Editore: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Data uscita: 27/09/2017
Pagine: 224
EAN: 9788807032530
Prezzo: € 16,50
Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, si cresce con la consapevolezza che si è tutti normali, ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, talvolta un po’ “strane”. E allora con naturalezza “di un cieco si diceva ‘non vede bene’, del claudicante ‘fa fatica a camminare’, dell’obeso ‘è pesante’, dell’invalido ‘gli manca una gamba’, dello sciocco ‘a volte non capisce’, del sordo ‘con lui bisogna parlare ad alta voce’”, senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni.
Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza di Ninì, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa, del padre con una gamba malata, e della pizzuta zia Rosina, cleptomane – quando l’argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché non si deve imbarazzare…
E poi naturalmente conosciamo George, il figlio maggiore di Simonetta. Non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile, e la chiave di volta risiede proprio in quel “nessuno può volare”: “Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Nella vita c’è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più”.
Lo stesso proposito quotidiano ci arriva anche da George – che da quindici anni convive con la sclerosi multipla –, la cui voce si alterna a quella della madre come un controcanto ironico ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli, e forse qualche vantaggio, di chi si muove in carrozzella.
Simonetta Agnello Hornby ci porta con sé in un viaggio dalla Sicilia ai parchi di Londra, attraverso le bellezze artistiche dell’Italia. Un viaggio che è anche – soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero.
Un piccione marrone e bianco, appollaiato su un ramo alto, ci guardava, curioso. Un fruscio di penne e volò via; si librava in alto, magnifico, ad ali spiegate, il cielo era luminoso, quasi senza nuvole.
Bastò quel volo a riportarmi alla realtà. Tutti gli uccelli sanno volare, ma nessun essere umano ci è mai riuscito. Nessuno. Nessuno può volare.
Che nessuno possa volare, Simonetta, purtroppo è noto,ma che ognuno possa sognare di farlo, nonostante, è auspicabile. Il tuo libro con Giorgio, dove la disabilità è vissuta con stringente realtà, mi ha emozionato al punto da sentire il bisogno di dirvelo. Io che non ho mai visto mi sono calata nella sorpresa dell’acquisizione della malattia comprendendone le più sottili difficoltà, perciò ho avvertito il bisogno di dirvi la mia solidarietà più profonda.
Cordialmente,
Mena Mascia.
Non ho ancora letto il libro, l’ho acquistato stamattina con tanto di dedica dell’autrice che ho conosciuto in libreria, per caso, a Siracusa, dove abito.
Passeggiavo con mio figlio Simone, ho visto il cartellone all’ingresso, sono una grande lettrice, e sono entrata: l’atmosfera catturava, risate dolci, Somonetta che intratteneva amabilmente, come lei sa fare non solo nella scrittura, una insperata fortuna.
Ho acquistato il libro, che mi aspettava sul tavolino, e per il quale mi riserverò momenti di lettura molto speciali perché anch’io, come la signora Agnello Hornby, ho un figlio di 32 anni, disabile, autistico, il figlio che era con me oggi , che è stato pazientemente ad aspettarmi su una poltrona e che avrei voluto presentarle: non l’ho fatto per discrezione, ma spero che lei legga questo commento e si ricordi, le ho citato il suo “agnello agrodolce “ ricetta da lei inventata per errore.
Volevo dirle che anch’io viaggio molto e spesso con mio figlio ed in fondo la nostra vita insieme è davvero un viaggio.
Gabriella Emanuele Mannino