Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Data uscita: 24/03/2013
Pagine: 224
EAN: 9788807881930
Prezzo: € 9,00
Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre – e senza mai venir meno al ruolo subalterno – oculata amministratrice. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento. Voci, testimonianze e memorie fanno emergere un affresco che è insieme uno straordinario ritratto di donna e un ebbro teatro mediterraneo di misteri e passioni, di deliri sensuali e colori dell’aria, di personaggi e di visioni memorabili. Un grande romanzo. Una grande storia siciliana.
“Un divertimento maestoso.” (Aldo Busi)
Leggere “La Mennulara” e’ stato per me ripercorrere gli anni della mia infanzia. Mi sono trovata catapultata in un mondo quasi dimenticato. Sono siciliana e ho apprezzato moltissimo lo stile narrativo che in modo verosimile rappresenta la realtà di una Sicilia che lascia le persone al loro posto e non ammette che tutto è cambiato. La Mennulara resta sempre la criata ma è molto ricca e tiene in pugno una famiglia che ricca non è ma vuole mantenere intatti i suoi privilegi e si sottomette ai voleri della Mennulara e cerca di salvare disperatamente le apparenze.
Ho scoperto per caso i suoi libri e ad ogni vacanza in Sicilia ne compro uno. Ho finito di leggere da pochi giorni, mentre mi trovavo a Lampedusa, “La Mennulara”. Rimango sempre affascinata dalle descrizione di luoghi e personaggi di un’epoca passata ma che in Sicilia in realtà in alcuni paesi si percepisce ancora fortemente presente.
Sono uno scrittore e curo la rubrica libri sul sito ONDATV. Con grande piacere, ho recensito il Tuo romanzo “La Mennulara”.
Con “La Mennulara”, Simonetta Agnello Hornby ci dona un romanzo suggestivo è coinvolgente. Una scrittura intensa ed emozionante che, a tratti, sfiora i colori del giallo. Siamo negli anni 60, in Sicilia; il dott. Mendicò viene chiamato per certificare la morte di una paziente. Non è una donna qualsiasi; è Maria Rosalia Inzerillo detta “La Mennulara”, amministratrice e donna di fiducia della famiglia Alfallipe. Trascina con il suo destino un tempo misterioso al punto da arrogarsi il diritto di dettare le parole del necrologio. La famiglia vorrebbe vivere quasi con distacco questa assenza ma è cosciente del coinvolgimento totale con la sorte della persona, scomparsa, che era ben altro che una semplice donna di servizio. Adriana (vedova di Orazio Alfallipe) e i figli Gianni, Lilla, Carmela, non potranno sottrarsi al sottile e indistruttibile legame con chi è stata serva, amministratrice, fedele e perenne presenza votata al bene della nobile famiglia. Nelle pagine del romanzo, ho trovato un’agile narrazione che prepara il campo rendendo la lettura attenta e curiosa. Gradevole è l’uso, nei colloqui, delle costruzioni verbali tipicamente siciliane. Certamente meraviglioso è l’alone di mistero costruito intorno alla figura della Mennulara. Nel piccolo borgo, ogni abitante avrà parole e pensieri solo per questa nuova e curiosa vicenda. L’attenzione generale, di ogni ceto, sarà rubata e catturata dalla storia oscura che si nasconde intorno alla morte della donna. E pensare che gli Alfallipe erano stati sempre criticati per aver avuto, comunque con una serva, un rapporto di eccessiva dimestichezza e dipendenza. L’avvocato Orazio, morto da tempo, aveva sempre apprezzato i servizi della Mennullara considerandola, senza troppo indugi, il Lare della famiglia. Dopo la sua morte, infatti, questa donna fedele, si era caricato il non agevole onere di accudire la vedova dell’avvocato-padrone, accogliendola nella sua modesta dimora visto l’immorale scontato abbandono da parte dei tre figli. Fedele fino in fondo; fino alla morte … Questo era stato il destino della Mennulara. Riconosco all’autrice l’estrema bravura di condurre, nella scena narrativa, tutta una serie di personaggi interessanti che racconteranno la storia alimentando, ad arte, un mistero che cresce nella bellezza della lettura del romanzo. I nobili di Roccacolomba interverranno, con silenzio e discrezione, per disporre le tessere di un puzzle dal sapore antico. Analoga azione sarà svolta dagli abitanti più umili ma comunque coinvolti nella vicenda. Qua e la, si percepisce anche la presenza fugace di un uomo mafioso. Un parlare discreto e quasi silenzioso; tutti sanno e parlano, senza clamori ne grida. Una storia ricostruita nei contorni di un giallo che si snoda tra le nebbie di un mistero. Chi è la Mennullara? Dove è nascosta la presunta ricchezza accumulata dalla donna per conto della famiglia Alfallipe? Quali sono i profondi legami con i suoi padroni? Con grande saggezza, Simonetta Agnello Hornby dipinge il suo affresco e muove le vite dei suoi protagonisti. La narrazione si colora e appaiono le verità nascoste. Si entra in un percorso carico di passioni e deliri, dove le descrizioni appagano sicuramente la sete del lettore che non può non essere sempre più coinvolto nell’avanzare della lettura. Ogni pagina richiama la precedente e attira la successiva. In un crescendo emotivo, si scoprirà che la Mennulara, nonostante il suo carattere chiuso e duro, aveva una grande anima sensibile. Una donna che, a dispetto delle umili origini, era dotata di grande intelligenza e cultura acquisita nel silenzio di una vita votata ai padroni, certamente “inferiori”, ma pur sempre padroni. Una donna che ha rispettato fino alla morte il suo destino, anche dopo aver reso muti i sentimenti più nobili e profondi. In tutta la storia, una sola persona aveva conosciuto la straordinaria bellezza interiore della Mennullara e lei, con sacrificio e dedizione, aveva ricambiato donando tutta se stessa al servizio degli altri. Altruismo, amore, rispetto, devozione … questo era stato nella sua vita. Un grande romanzo reso ancora più bello dalla sublime ambientazione. Una lettura che non può non appartenerci.
Un caro saluto da L’Aquila.
Stefano Carnicelli